martedì 5 gennaio 2010
domenica 30 marzo 2008
Introduzione
Il percorso che intraprenderemo, si pone come obbiettivo la produzione di una serie di immagini di derivazione fotografica che appaiano come rappresentazioni di sagome bidimensionali producenti però ombra portata. La particolarità dell'esercizio sta nel fatto che queste sagome sono create da solidi primari tridimensionali sottoposti ad una fonte luminosa, nelle quali superfici si è intervenuto in modo tale da annullare la luminosità delle parti in luce e aumentare quella in ombra. Così come proponeva Galileo Galilei (fig. 1), interverremo dunque sulle superfici di oggetti tridimensionali, andando a colorare di scuro le parti in luce e in chiaro quelle in ombra, fino ad ottenere l'effetto di una sagoma piatta da un dato punto di vista e con una data luce. Galileo citava il fatto come prova della superiorità della pittura sulla scultura (in un dibattito del 1600). Il percorso che intraprenderemo per eseguire questo stratagemma, sarà il seguente:
- direzionare la luce
- costruzione e predisposizione di solidi cartacei
- intervento sulle superfici dei solidi con deposizione di materia (colori Pantone)
- fotografia digitale della scena
- fotografia digitale della scena da un diverso punto di vista.
“(...) non basta avere un bel volume per sembrare un oggetto che ha un bel volume: bisogna anche fare l’impressione giusta. Truccarsi serve anche a questo: aumentando l’oscurità di una parte leggermente in ombra, si dà al volto l’impressione di una maggiore profondità.”
Roberto Casati, La scoperta dell’ombra, Milano, Mondadori 2000
Progetto
Figura 2
Figura 3
Per motivi pratici e per aver maggior controllo sul colore siamo dunque sempre intervenuti solamente scurendo una superficie e mantenendo quella in ombra sempre dello stesso spettro di riflettanza (bianco carta). Per scurire abbiamo usato due colori che permettono una distribuzione il più omogenea possibile: Pantone grigio "chiaro" NG08 - Pantone grigio "scuro" NG07. Inoltre abbiamo scelto come oggetto solido sul quale lavorare una piramide regolare a base quadrata delle dimensioni di 8cm di lato alla base e 13cm di altezza piana. Questo tipo di solido generalmente offre a vista prospettica 3/4 due delle sue 5 facce, ed anche questo viene a nostro favore sul controllo delle variabili in gioco. Li abbiamo realizzati in cartoncino bianco liscio di grammatura 200 al centimetro cubo. Come fonte luminosa abbiamo utilizzato una lampada ad incandescenza della potenza di 300V mantenendola fissa per tutte le riprese tranne che per l'ultima. Il box su cui alloggiano i solidi è poi costruito in cartone sul quale sono stati applicati dei fogli in cartoncino nero opaco; questo per evitare il più possibile il disturbo dovuto alle rifrazioni della luce sulle pareti.
Composto dunque il set fotografico, abbiamo posizionato il treppiede in un punto fisso, aggiustato la posizione della fonte luminosa e siamo partiti a fotografare con una compatta semiautomatica Nikon Coolpix P1. Abbiamo presentato tre diverse situazioni animate in sequenza.
Variazione di colore
In fig. 4 è rappresentato il processo in sequenza delle fasi di deposizione di colore sulla superficie in luce della piramide. Il punto luce e il punto di vista della fotocamera sono fissi, così come la posizione della piramide.
Il primo frame illustra il solido completamente bianco (identico spettro di riflettanza), nel secondo e via via fino al quarto si è data una passata di Pantone sul lato in luce andando così a modificare lo spettro di riflettanza della faccia in questione. Due passate di Pantone NG07 e l'ultima di Pantone grigio chiaro NG08. Il risultato è un notevole avvicinamento di tinta tra le due facce, ma non è ancora sufficiente per fare percepire il solido come un piano bidimensionale omogeneo.
Passaggio di un'ombra
In fig. 5 sono rappresentati cinque fotogrammi in successione che rappresentano l'intervento nella scena di un'ombra proiettata da un tubo opaco. La nostra piramide è già stata trattata con colore e assume un aspetto a primo impatto bidimensionale. La luce e la fotocamera sono sempre fissi così come il solido protagonista. L'ombra si muove andando in interferenza con il solido e rivelando la sua vera natura tridimensionale. Lo scopo di questa rappresentazione ha qualcosa a che fare con la rappresentazione dei pieni e vuoti e delle forme che il cervello va interpretando in presenza di una minima informazione. Un esempio simile è il quadrato bianco creato da quattro sagome scure posizionate in corrispondenza dei vertici.
Variazione di luce
L'animazione che senza dubbio è più rappresentativa dei nostri intenti e che ci è meglio riuscita, è rappresentata in fig. 6. A differenza delle altre animazioni il punto di emissione della luce è variabile in posizione (spettro di illuminazione e posizione fonte variabile). Tutti gli altri fattori della scena sono invece congelati (posizione solido, tinte facce, punto di ripresa..). Il risultato è senza dubbio un progressivo appiattimento dell'oggetto, sia quando come previsto la luce è posizionata e il solido è tinto... sia pure quando scompare l'ombra portata del solido. Dunque l'ombra portata non solo ancora gli oggetti a terra, ma ne determina, in condizioni di solidi con facce piane e dunque con tinte piatte, la tridimensionalità.